Il paese delle badanti

E' in libreria "Il paese delle badanti. Una migrazione silenziosa", editore SEI.
Non si tratta solamente della seconda edizione de "Il paese delle badanti", saggio uscito nel 2010 per Meltemi, ma di un libro quasi interamente nuovo, realizzato con tre nuovi co-autori: le antropologhe Lucia Portis e Laura Ferrero, e il fotoreporter Aldo Pavan.
http://seieditrice.com/varia/il-paese-delle-badanti






Il saggio unisce la mia ricerca sulla migrazione moldava a Torino alla raccolta di storie di vita sul tema della "relazione di cura" analizzate da Portis e Ferrero, e si conlude con il ricco inserto fotografico di Pavan che documenta l'esperienza di un gruppo di assistenti famigliari ucraine tra Mestre e i loro villaggi d'origine.


Il saggio è uscito in prima edizione nel 2010 con l'editore Meltemi: http://www.meltemieditore.it/



Dalla quarta di copertina: Quante famiglie italiane affidano ormai i propri anziani alle cure di una “badante venuta dall’Est”? Questa ricerca etnografica, raccontata con i toni narrativi e intimi di un diario di viaggio, parte proprio da una di queste case, per poi seguire il ritorno della lavoratrice al suo villaggio natale in Moldavia, piccola repubblica ex sovietica ai confini dell’Unione Europea.
Mentre l’importanza dell’assistenza domiciliare offerta da migliaia di donne immigrate è ormai evidente per l’odierna società italiana, molto meno noto è l’impatto che tale migrazione femminile ha nei paesi di provenienza delle emigranti. In Moldavia, così come in Romania o in Ucraina, il mercato del lavoro e gli stessi rapporti familiari vengono “ristrutturati” insieme alle case di chi lavora all’estero. La catena globale della cura coinvolge mariti, figli, parenti, vicini di casa e amici in complesse dinamiche relazionali che mettono in profonda discussione gli equilibri dei piccoli villaggi rurali in cui vivono le famiglie delle donne che lavorano in Italia.
Esplorare tali mutamenti è l’unico modo per comprendere la rilevanza di un fenomeno che ha cambiato non solo la vita di tante famiglie italiane, ma anche le società di una buona parte dell’Europa Orientale, protagonista della più vasta e silenziosa migrazione transnazionale di questo inizio secolo.